Se si decide di costruire una piscina interrata, è importante essere a conoscenza delle norme e delle procedure burocratiche con le quali scontrarsi per poter ottenere un permesso a costruire.
Con questo articolo cercheremo di spiegarti meglio tutte le procedure, i tempi e l’iter burocratico da seguire.
Innanzitutto è importante specificare che la costruzione di una piscina senza autorizzazione è perseguibile penalmente. Inoltre, un’azione del genere comporta il blocco dei lavori e la demolizione dell’opera, anche se già interamente ultimata. Per questo motivo è importante seguire con precisione tutti i passaggi che vi illustreremo.
Per prima cosa, è necessario rivolgersi all’ufficio tecnico del Comune in cui si trova il terreno sul quale volete costruire la vostra piscina. Il Comune valuterà se il terreno è privo di vincoli o meno (ambientali, archeologici, paesaggistici, urbanistici ecc) e vi indicherà le varie procedure.
Se non ve la sentite di gestire da soli l’iter burocratico, potete anche affidarvi a un ingegnere o a un geometra fidato che se ne occuperà al posto vostro.
Come iniziare i lavori?
Ci sono due diverse strade che si possono percorrere per poter avviare i lavori:
- DIA: è l’acronimo di “Dichiarazione di inizio attività”. Va presentata al Comune tramite la compilazione di alcuni moduli. Si può presentare soltanto quando il progetto della piscina è pertinenziale all’edificio principale e quando il suo volume rimane sotto al 20% dell’abitazione. Il Comune ha a disposizione 30 giorni per avanzare obiezioni. Trascorso questo periodo, il progetto si intende approvato per silenzio assenso.
- Permesso di costruire: il permesso, salvo casi riportati precedentemente, è sempre necessario in quanto la costruzione della piscina modifica il suolo. L’opera deve essere conclusa entro tre anni dalla data di inizio dei lavori specificata nel permesso. La richiesta del permesso viene presentata al Comune e, a differenza della DIA, la non risposta della PA viene considerata un silenzio-diniego.
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